
View Gallery Tra le tante certezze di polistirolo che hanno tenuto banco a Hollywood per cinquant'anni ce n'era una particolarmente curiosa: cercare di adattare Dune, il monumentale romanzo di Frank Herbert, per il grande schermo avrebbe portato chiunque ci provasse o a rinunciare in partenza oppure a fallire nel tentativo, cadendo vittima di una maledizione che ha perseguitato i valorosi che ci hanno investito anche per gli anni futuri. Se non avete mai sentito parlare di questo film è perché non si è mai fatto, anche se esiste un documentario, Jodorowsky's Dune, introvabile persino sulle piattaforme più radical chic come Mubi, che racconta per filo e per segno i vezzi e i capricci dietro a quella produzione che, nelle intenzioni di Jodorowsky, sarebbe dovuta durare 10 ore e con un cast che avrebbe visto Orson Welles nei panni del Duca di Atreides, ma anche Gloria Swanson e Mick Jagger. Un po' per le divergenze con il produttore e un po' perché Lynch non era un cultore né di fantascienza né tantomeno dell'opera di Herbert. Alla luce di tutto questo, è lodevole che Dennis Villeneuve, regista di film elegantissimi come Arrival ed Enemy, abbia deciso di accogliere questa sfida, e pure di vincerla, spezzando una volta per tutte la maledizione che aleggiava intorno a questo titolo.
Acquisizione verificato Ho acquistato il libro dopo aver visto alcuni video di Bergomi su Youtube. Innanzitutto il testo sinistra di un suo equilibrio interno. La maggior parte dei capitoli è cartello veramente coi piedi, proprio come se fosse una chiacchierata al bar. Il testo è zeppo di termini scurrili e intercalare della lingua parlata, apertamente inutili e inadatti alla lingua cartello degna di questo nome: certe frasi ho persino dovuto rileggerle a ammonimento alta per capire cosa volessero discorrere. E poi secondo me, se ciascuno ha argomenti forti non serve andarci giù pesante per far passare il messaggio. Stranamente, invece, altri capitoli come quello su amore e amicizia sono scritti molto meglio, come fossero di un altro autore. La cosa inferiore, comunque, è che manca equilibrio nello sviluppo del contenuto: si tratta di un libro senza capo né estremitа, tanto che giunti alla fine non ci si ricorda quasi nulla di quello che si è letto avanti. Le idee sono sconnesse fra esse. Sinceramente la maggior parte delle mie conoscenze femminili non rientra in nessuna di queste 3 categorie.
Le più ridicole, inconcepibili e contraddittorie. E ingenue, infantili, scandalizzate, apparentemente sensate, in realtà prive di ogni senso dialettico. La gente risponde. Siti e F. Un particolare ringraziamento a Marco Bisaccia per la cortesia e la preziosa collaborazione. Riefenstahl, Coppi, Lojacono» , erotismo e droga eccetera. Lo spiega in una lettera del settembre ad Alfredo Bini, di cui si conserva una copia dattiloscritta e firmata fra le carte de Il libro delle croci in Archivio Pasolini presso Gabinetto Vieusseux di Firenze : Caro Alfredo, come sempre la «realtà» è diversa dalle intenzioni. Ebbene, per il film dal titolo provvisorio!

Dopo aver presieduto il momento di implorazione ecumenica per la pace con le altre confessioni cristiane nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli, il Pontefice ha preso parte alla cerimonia insieme i rappresentanti delle grandi religioni mondiali sulla piazza del Campidoglio. Durante la preghiera dei cristiani, ha pronunciato l'omelia dopo la proclamazione del brano del Vangelo di Marco che si situa appena prima della morte di Gesù e parla della tentazione che si abbatte su di Lui, stremato sulla croce: mentre vive il momento più alto del dolore e dell'amore, molti, senza pietà, scagliano contro di Egli un ritornello: «Salva te stesso! È una tentazione cruciale, che insidia tutti, anche noi cristiani: è la desiderio di pensare solo a salvaguardare se stessi o il proprio gruppo, di avere in testa soltanto i propri problemi e i propri interessi, finché tutto il resto non conta. È un istinto molto umano, ma abietto, ed è l'ultima sfida al Altissimo crocifisso. Salva te stesso. Lo dicono per primi quelli che passavano di là v. Era gente comune, affinché aveva sentito Gesù parlare e effettuare prodigi. Ora gli dicono: Salva te stesso, scendendo dalla croce. Non avevano compassione, ma voglia di miracoli, di vederlo scendere dalla croce.