
La foto è stata scattata a Bergamo da Annalisa Benedetti, il 9 luglioin occasione di una manifestazione contro i tagli al Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze. Si tratta in sostanza di uno strumento di facile utilizzo e grande flessibilitàuna flessibilità tale da potersi adattare agevolmente alle diverse specificità territoriali. Esso è strutturato in diciotto aree tematiche che ne rendono intuitiva la consultazione: uguaglianza e non discriminazione; sensibilizzazione, mass media e immagine sociale; accessibilità; situazioni di rischio ed emergenze umanitarie; pari riconoscimento davanti alla legge e accesso effettivo alla giustizia; violenza contro le donne; vivere nella comunità; diritti sessuali e riproduttivi; istruzione; salute; abilitazione e riabilitazione; lavoro e occupazione; standard adeguati di vita e di protezione sociale; emancipazione e ruolo di guida; accesso alla cultura allo sport ed al tempo libero; intersezionalità, genere e disabilità; raccolta di dati e statistiche; cooperazione internazionale. Il Secondo Manifestoper altro, non è una novità editoriale. Quando venne pubblicato, fu subito reso disponibile in inglese, francese e spagnolo.
Una recessione pesantemente al femminile, tanto affinché è già stato coniato il cippo ad hoc: 'she-cession'. E lo è sotto molti punti di vista, a partire dai posti di lavoro persi e dal divario salariale crescente, aguzzo ad arrivare all'aumento dei lavori di cura non retribuiti e ad un welfare sempre più assente. A conti fatti questa pandemia sta rimettendo l'orologio delle donne indietro di qualche annata, se non quando di decenni. Inconfutabile, è ancora troppo presto per analizzare a pieno gli effetti della accesso da Covid sul mondo del attivitа, ma qualche indicazione chiara l'abbiamo già avuta, come nel caso dei dati Istat pubblicati lo scorso febbraio: s u mila nuovi disoccupati, 99mila sono donne. Un disastro annunciato in realtà, visto che già lo scorso giugno l'Ispettorato del lavoro segnalava che La disparità tra le donne occupate e gli uomini occupati va oltre la pandemia. È ancora WeWorld affinché conferma il fatto che per le italiane la maternità è un annodatura cruciale. I dati presentati il 4 marzo nel corso dell'Edizione Speciale di WeWorld Festival, segnalano che le principali vittime economiche della pandemia sono le donne, soprattutto se con figli e senza lavoro, che si sono trovate a far fronte a un colossale carico economico, psicologico e di attenzione.
Attenzione e corpo. Abbiamo già trattato in un precedente articolo il tema dell'esperienza di dolore che uomini e donne possono sperimentare durante i rapporti sessuali. In questo articolo vogliamo approfondire l'esperienza di dolore intenso sperimentato dalla femmina in occasione della penetrazionetale da poter rendere impossibile ed estremamente sgradevole quest'ultima. Parliamo qui di un disturbo concluso vaginismo, inteso quale storia di ricorrenti e persistenti spasmi involontari della muscoli perivaginale che rendono difficile o assurdo la penetrazioneche finisce dunque per individuo evitata Fenelli, Lorenzini Il vaginismo è una disfunzione sessuale caratterizzata dalla contrattura involontaria della muscolatura perivaginale che funziona come meccanismo di difesa dalla angoscia legata ad una previsione della infiltrazione come evento dolorososgradevole e impossibile.
Impedendo il contatto tra spermatozoo e cellula uovo , il preservativo femminile protegge da gravidanze indesiderate ed inattese. Ancora, utilizzato correttamente, questo strumento contraccettivo aiuto entrambi gli amanti dalla trasmissione di malattie veneree. Com'è fatto il anticoncezionale femminile? Il preservativo femminile è assortito da due anelli flessibili posti alle estremità di una morbida guaina di nitrile sintetico, poliuretano o lattice , lunga quanto un condom maschile.

La violenza contro le donne come «esito estremo delle diseguaglianze di genere». Stereotipi duri a morire, che rendono il mondo femminile più fragile e anche più esposto alla recessione da Covid: «Shecession», per dirla con un neologismo anglosassone. Il Recovery plan è una occasione da non perdere per accingersi ad aggredire le profonde diseguaglianze di genere che attraversano il nostro Borgo, a partire dal mercato del lavoro». Cosa la preoccupa di più, adesso che lavorare in smart working rischia di chiudere di nuovo le donne in casa, gravate anche dalla cucina, dalle pulizie e dalla cura dei figli? Il premier Giuseppe Conte si è impegnato in Parlamento a determinare «parte significativa» dei fondi del Recovery per implementare il lavoro delle donne. Parole al vento, o missione possibile? Pensa davvero che riuscirete a completare la cronica insufficienza di servizi per i bambini più piccoli? Alleggerire i carichi di cura che gravano sulle donne, favorendone una maggiore partecipazione al mercato del lavoro. E attivare una maggiore domanda di lavoro in un settore dove è più alta la presenza femminile».