
Intanto ha espresso «grande gioia» la zia paterna di Eitan, Aya Biran. Pagni ha appreso la notizia dalla sua assistita, che le ha descritto un «momento di gioia» per la decisione del tribunale che permetterà al nipote di rientrare in provincia di Pavia. In varie dichiarazioni alla stampa sia la zia che il marito, lo zio paterno Or Nirko, si erano augurati che il Tribunale israeliano decidesse per il ritorno di Eitan sulla base dei principi internazionali. Per Milo Hasbani, presidente della Comunità ebraica di Milano, il tribunale della Famiglia di Tel Aviv ha emesso «una sentenza giusta, che rispecchia anche le decisioni del giudice italiano». Ora per Hasbani, ricucire lo strappo fra le famiglie, come chiesto dal tribunale di Tel Aviv, «è assolutamente necessario per il bene del bambino. Come comunità ebraica da maggio ci siamo sempre messi a disposizione di entrambe le famiglie, senza distinzioni. Abbiamo sempre parlato con tutte e due le famiglie.
E' questa la decisione del Tribunale della famiglia di Tel Aviv. Giunge allora a una conclusione la disputa giudiziaria per l'affidamento del bambino di sei anni, unico sopravvissuto alla strage del Mottarone. La decisione del giudice La giudice Iris Ilotovich-Segal ha respinto tutte le tesi del nonno materno, Shmuel Peleg, sia quella che Israele è il luogo normale di residenza del piccolo sia quella che Eitan abbia due luoghi di residenza, Israele e Italia. La corte ha anche rigettato un'altra tesi di Peleg, convinto affinché Israele sia il luogo dove debba crescere Eitan dal momento che i suoi genitori, morti nella tragedia della funivia, volevano tornare a vivere nello Stato ebraico. Il tribunale ha rilevato che il bambino aveva legami più profondi e si sentiva maggioramente adatto agio con la sua famiglia italiana e l'ambiente circostante di quanto non avesse con la sua famiglia israeliana e con l'ambiente circostante. Inoltre la corte ha affermato che il antenato ha violato la Convenzione dell'Aia portando via Biran dall'Italia senza una decisione del tribunale. Portavoce del nonno: Faremo ricorso Peleg dovrà pagare anche 70mila Shekel circa 18mila euro di spese processuali. Il portavoce della sua congregazione ha annunciato che presenteranno ricorso contro la sentenza.
Bensм intanto è forte la soddisfazione per il verdetto, che ha disposto il rientro del piccolo sulla base della Convenzione dell'Aja sulla sottrazione internazionale di minori, ed è stata espressa dagli avvocati italiani della zia, oltre a Cristina Pagni anche i legali Armonia Cesaro e Armando Simbari. StandardArticlev1 Eitan]] «Eitan è cittadino italiano, Pavia è la sua casa dove è maturato, dove ha i suoi amici e a Pavia i suoi genitori lo hanno iscritto a scuola», aveva allargato Aya già poche ore dopo affinché il nonno materno Shmuel Peleg, denunciato dai pm di Pavia di confisca di persona assieme alla nonna Esther e ad un autista, aveva portato il piccolo nella tragedia del Mottarone ha perso padre, madre, fratello e bisnonni a Tel Aviv con un volo privato partito dalla Svizzera, l'11 settembre scorso. Eitan, storia di un bambino conteso In varie dichiarazioni alla stampa sia la zia che il marito, lo zio paterno Or Nirko, si erano augurati che il Curia israeliano decidesse per il ritorno di Eitan sulla base dei principi internazionali. Intanto, davanti al Tribunale per i minorenni di Milano è fissata per l'1 dicembre l'udienza del procedimento, già iniziato nei giorni scorsi, sul lagnanza dei nonni materni contro le decisioni dei Tribunali di Torino e Pavia che stabilirono, in sostanza, la assegnazione di Aya come tutrice del breve. Leggi i commenti.